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Esistono tanti buoni motivi per suddividere la distribuzione giornaliera di energia e l’apporto di nutrienti in 4-5 occasioni, rispetto a concentrarli nei soli 3 pasti principali.

Ma come può davvero renderci più magri e sani rispetto a evitarlo del tutto? Vediamo i consigli della Dottoressa Carlotta Castagna:

  • Un piccolo snack fra un pasto e l’altro permette di arrivare al pasto principale meno affamati e favorisce una scelta più ponderata della qualità e della quantità del cibo che si mette nel piatto ai pasti principali. Migliorando il controllo dell’assunzione calorica nei pasti principali contribuendo al controllo del peso corporeo, ecco perché questi due pasti prendono generalmente il nome di “spezzafame”;
  • Evita il sovraccarico digestivo e metabolico;
  • Frazionare i nutrienti in diverse occasioni aiuta a ridurre il carico glicemico complessivo dei pasti e permette di mantenere costante la concentrazione di glucosio circolante, evitando l’insorgenza di cali e picchi glicemici e mantenendo bassi i livelli di insulina, responsabile dello stoccaggio energetico sotto forma di cellule adipose;
  • Per chi svolge un’attività fisica intensa lo spezza-fame aiuta a ripristinare le riserve di glicogeno e mantenere integro il tessuto muscolare;
  • Viene maggiormente attivata la lipolisi (ovvero il consumo di trigliceridi) permettendo al tuo corpo di ottenere energia dai grassi.

Gli spuntini devono entrare a fare parte in maniera bilanciata della dieta quotidiana: sostanzialmente la qualità e la quantità degli alimenti consumati durante colazione, pranzo e cena dovrebbero guidare la scelta della merenda che meglio si adatti alle abitudini e alle esigenze.
Ovviamente il fuori pasto non deve prescindere da una corretta alimentazione generale e non deve andare ad aggiungere ulteriori calorie all’introito giornaliero.

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